DOTT.SSA MARZIA DILEO
PSICOLOGA - PSICOTERAPEUTA
Quando finisce la magia
Il significato della crisi di coppia
“Non lo/la riconosco più”… “Non parliamo quasi più ormai!”… Quante volte ci è capitato di dire queste o frasi simili? Quale coppia non ha vissuto quella fase in cui la magia dei primi momenti sembra lontana o addirittura improbabile?
Si tratta di un’esperienza comune a tutte le coppie: la crisi di coppia. Ci dobbiamo preoccupare? Che significato ha nella vita di coppia?
Proviamo a dare una risposta a questi interrogativi. Innanzi tutto la crisi nella coppia non è da intendersi soltanto come un momento negativo perché una crisi comporta la rottura di equilibri e di certezze strutturati che non sono più adatti alla realtà e che pertanto devono essere modificati. Se è vero che la crisi genera confusione e difficoltà, è vero anche che questo momento di confusione è fondamentale per poter “mettere in ordine”, creare nuovi equilibri, trovare nuove risorse.
Si può uscire dalla crisi e si può farlo anche arricchendosi. Questo vale anche per la crisi di coppia.
Ma che cos’è che crea la crisi nella coppia?
I due partner, quando si incontrano, costituiscono, in modo inconsapevole, un accordo che si chiama patto implicito di coppia. In questo patto i partner riversano bisogni, aspettative, miti familiari, ecc. Hanno l’illusione, che diventa quasi una certezza che il partner sia in grado di soddisfare ogni bisogno, di tamponare ogni ferita, anche la più antica, della propria storia personale. Ognuno crede che l’altro/a sarà colui/lei che “mi capirà”, “mi gratificherà”, “Mi darà quella considerazione che non ho avuto nella mia famiglia” ecc. Il partner viene visto solo in questa funzione con una visione univoca che annulla la sua specificità.
Questo patto implicito in genere funziona e permette alla coppia di creare un proprio equilibrio.
Non è possibile generalizzare quanto durerà tale patto, in quanto ogni coppia è unica e specifica e reagisce in modo diverso alle fasi del ciclo vitale (matrimonio, nascita dei figli, adolescenza, uscita dei figli da casa, vecchiaia) e agli eventi della vita quotidiana o improvvisi, ma accade che ad un certo momento l’altro/a non sembra più la persona che abbiamo scelto, la persona che ci faceva sentire unici e importanti. Questo è il momento che nella clinica di coppia prende il nome di crollo del patto implicito di coppia. Comincia cosi la crisi di coppia. In questa fase inevitabile, l’altro/a sembra il nemico, è percepito/a come assente, non ci si capisce più, si litiga per ogni cosa, o ci si chiude nel silenzio e nella distanza.
Al di là delle specificità di ongi coppia, ciò che si osserva nella coppia in crisi, è un abbandono dei ruoli coniugali condotti fino a quel momento, per assumere i ruoli filiali, che si conducevano da figli prima della vita coniugale. Questo accade perché l’altro viene percepito come il genitore frustrante e si reagisce a lui/lei nello stesso modo che abbiamo appreso in famiglia. In questa fase i due non sembrano compagni di vita, ma due figli insoddisfatti, che si chiedono reciprocamente di compensare i fallimenti dei propri genitori… Ma i due hanno genitori e storie diverse, e così la loro distanza aumenta.
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Anche in questo caso viene annullata la specificità, l'unicità del partner vedendone solo i difetti e le differenze, differenze che fanno paura. L’altro/a è un mondo complesso da scoprire, è portatore di differenze che dovrebbero essere accettate, valorizzate e integrate, mentre spesso queste fanno paura al partner. Se i due compiono il processo di elaborazione e integrazione delle reciproche differenze e riescono a rendersi conto che i bisogni e le ferite del passato non possono essere compensati in toto dal proprio partner, allora si può dire che la coppia ha superato il momento di crisi e ha trovato un nuovo equilibrio e un nuovo modo di stare in relazione. Lui/lei “è simile a”(mamma o popà), ma anche “diverso da”(mamma o papà).
La crisi ha quindi un significato evolutivo nella dinamica di coppia ed ognuno ha le risorse e le capacità per superarla.
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Dr.ssa Marzia Dileo
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